IL VIAGGIATORE CONFUSO

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Questa è la storia di un tizio particolarmente confuso, con la fortuna però di essere inserito in un contesto di certezze rocciose, cosi rocciose da ricordare i massicci che circondano il Cadore.
La confusione del nostro protagonista era figlia di un tremendo interrogativo. "Cos'è per me il Cadore?" "Sono un turista?" "Sono un accolto o sono un accogliente?"

Il nostro viaggiatore fin da piccolo aveva avuto modo di assaggiare la zona, i paesi li conosceva a menadito, eppure nonostante la bellezza naturalistica di quei posti importanti per lui, avvertiva un senso di incompletezza.
Lo studio lo aveva portato lontano da quella realtà, il fuggire sembrava un passaggio obbligato per avere successo nella vita, le grandi città offrivano molto di più, più opportunità e più possibilità di gratificarsi.
Ma gli anni passarono, e la strana danza della vita, che non ha passi studiati e previsti ma viaggia a ritmo del destino, aveva portato il Cadore ad essere presente nella sua quotidianità, in maniera silenziosa, in punta di piedi, quasi timida, ma il Cadore era diventato una costante. E' proprio la quotidianità che aveva fatto scattare nella testa del nostro pseudo-viaggiatore una scintilla, l'effetto era quello di una macchina fotografica che da sfuocata mette a fuoco tutto ciò che è in grado di riprendere, anche il più piccolo dettaglio rendeva la foto magnifica e unica, una foto che non si poteva stampare e archiviare in qualche album che di li a poco avrebbe preso polvere, era una foto impressa nel suo cuore, e si sa bene che la polvere nel cuore non si deposita mai. Il viaggiatore aveva capito che non erano le montagne, i boschi e nemmeno la buona cucina cadorina a fare del Cadore un grande posto di accoglienza ed emozioni, ma parole (spesso poche ma intense), una pacca sulla spalla e la gioia di condividere. Il pensiero del viaggiatore confuso era ormai deciso.

Il viaggiatore confuso.


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