LA ROGGIA DEI MULINI: OPIFICI ED ATMOSFERE SPECIALI

0 Comments


A pochi passi dalla piazza centrale di Lozzo di Cadore, è possibile immergersi ed essere catapultati in un luogo dove il tempo sembra perdere le sue coordinate facendo rivivere il passato come fosse presente.
Mi guidano i grandi occhi di Leo Baldovin Carulli , cappello e scarpe che conoscono alla perfezione il percorso sterrato lungo le acque del rio Rin nel quale ci stiamo incamminando e che ci porterà più in su alla Roggia dei Mulini.
Nella quieta passeggiata di una giornata autunnale a poco a poco si avvicina a noi prendendo forma  tra pietra, legno ed acqua, il primo opificio con delle grandi ruote da mulino che magnetizzano l’attenzione.

È quello da poco restaurato e quando entriamo siamo completamente avvolti  dalla sensazione calda e ovattata del nuovo legno che ci circonda, un denso silenzio viene amplificato da
rari lenti cigolii degli ingranaggi e il racconto lieve di Leo mi fa incredibilmente sentire come se fossimo là noi a dover svuotare i sacchi di orzo e di grano nella grande macina a pietra e pronti poi a raccogliere la farina. Si sente la storia di quel luogo, di chi ci ha lavorato, di chi se ne è preso cura e proseguendo nella visita agli altri opifici soprastanti la sensazione è quella di chi, per la necessità di poter utilizzare al meglio tutte le risorse, ha creato nel proprio territorio un luogo di trasformazione intelligente e rispettoso.
Qui l’acqua, attraversando le grandi ruote di legno dei mulini, produce una forza motrice che muove macine per farine, pila orzo, folli, seghe, magli e forge delle fucine come quella del mulino poco sopra “dei Pinza” dove la luce impolverata che filtra dai vetri e i manufatti appoggiati lì al tavolo sembrano farci entrare a curiosare in un luogo da poco dismesso.

L’acqua di scarico della turbina è convogliata a creare dei lavatoi tra la pietra e pare esserci qualcosa nell’aria che fa percepire quelle donne lì, ritrovate, a lavare i panni al di là del ponticello.
Occorreva ingegnarsi e questi sono i luoghi dove è stato fatto.
Pare di essere capitati in un giorno di festa, pare che all'indomani tutte le attività riprendano, tutte le persone si ritrovino ad abitare questo posto, pare di sentire il chiacchiericcio e i rumori del macinare, del battere il ferro, del lavorare la lana eppure tutto è già accaduto in questo luogo vivo dove si sente catturata e trattenuta l’energia della trasformazione.
Proseguiamo ancora un poco più in su, in direzione della centralina elettrica il cui proprietario storico è proprio Leo.
Qui, dicono, un piccolo stralcio d’antiquariato è ancora in vita..


 Storia scritta da: Susanna Cro


You may also like

Nessun commento:

Powered by Blogger.